27 luglio 2008

Proiettili a salve. Una tregua momentanea



Firmata una tregua provvisoria.
I comunicati saranno meno frequenti.
I soldati hanno ricevuto una breve licenza per tornare a casa o andare in vacanza.
Rilassatevi un po' ma tenete sempre alta l'attenzione.
Per ora è tutto.

Passo. Segue...

23 luglio 2008

Festival del Copyleft. A favore o contro?



Riporto alcuni stralci di un articolo pubblicato oggi su Repubblica on-line sul Copyleft:

"Permesso d'autore" contro "diritti riservati". Copyleft contro copyright. Alla Fattoria di Vigheffio domani approda la terza edizione del CC Festival, che sta per Creative Commons & Copyleft Culture Festival, organizzato dalla SM4X e la Cooperativa sociale Avalon Onlus con il patrocinio della Regione. Si tratta della prima rassegna italiana dedicata al nuovo modo di concepire la diffusione della musica e dell'arte nell'era di internet. Durante i tre giorni dell'evento, infatti, si esibiranno sul palco artisti italiani che, alla faccia delle grandi major internazionali in lotta contro la pirateria, si avvalgono di licenze libere, cioè caratterizzate dalla possibilità, garantita dallo stesso autore, di utilizzare e ripubblicare le opere gratuitamente.

Così, sulla scia di nomi del calibro dei Radiohead e dei Nine Inch Nails, che hanno permesso di scaricare i loro ultimi album gratuitamente dal proprio sito, a poco a poco anche in Italia la realtà del "permesso d'autore" sta iniziando a diffondersi nei diversi campi artistici. Negli ultimi anni, ad esempio, hanno riscosso successo le opere del collettivo letterario Wu-Ming: gli scrittori che ne fanno parte pubblicano le loro opere anonimamente online, ma anche attraverso le case editrici Einaudi e Feltrinelli. Lo stesso doppio binario di diffusione, gratis e commerciale, è adottato da tutti gli artisti che calcheranno il palco del CC Festival.

Domani serà inaugurerà la tre giorni l'attore Christian Biasco, che metterà in scena lo spettacolo "L'origine del male". Un "monologo civile" sulla controversa teoria che collega la nascita dell'Aids con i vaccini contaminati usati in Africa nella prima campagna di immunizzazione di massa contro la poliomielite. Il 25 e il 26 luglio, invece, saranno due serate dedicate alla musica: venerdì suoneranno quattro gruppi metal, garage e alternative; mentre sabato andranno in scena gruppi elettro-pop. Chiuderà la rassegna la band rock emergente Il Maniscalco Maldestro, che a giugno si è già esibita all'Heineken Jammin' Festival di Mestre.

A partire da questa notizia mi sono chiesto se sono a favore o contro il diritto d'autore.
Sono contro.
E vi spiego sommariamente il perché.

A mio avviso la circolazione di informazioni, la circolazione di cultura, la circolazione artistica e tutto quello che rientra a far parte dell'ingegno umano dovrebbe essere tutelato, ma non attraverso la forma del copyright.
In questo modo la diffusione delle idee e della cultura (con queste due accezioni includo anche tutte le scoperte medico-scientifiche) risultano molto più controllabili, molto più lente e finalizzate a trasformare ogni scoperta semplicemente in una fonte di profitto.
La tutela e il rispetto del lavoro "d'ingegno" dovrebbe essere regolamentato ed erogato dagli Stati nazionali, sostenendo e favorendo un libero scambio di conoscenze.

Ciò lascerebbe maggiore libertà di ricerca e sperimentazione artistica, altrimenti castrate dall'esigenza commerciale vuoi che si tratti di un farmaco o di un disco pop, riducendo enormemente lo scambio reciproco di esperienze e i possibili campi d'indagine.
In alcuni Paesi stanno cercando delle soluzioni che vanno in questa direzione per rendere meno vincolanti i limiti del copyright; anche perché ormai grazie alla rete è difficile bloccare proprio tutto e controllare capillarmente la diffusione di materiale coperto dal diritto d'autore.

La legislazione che riguarda il diritto d'autore e i brevetti è abbastanza complessa e richiede qualche approfondimento in più.
Nei prossimi post riprenderò più dettagliatamente l'argomento.
Per il momento resta valida la mia visione anti-economica su ogni forma di impedimento alla libera circolazione di idee.


Logo del Copyleft

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22 luglio 2008

L'essere umano. L'uomo e l'animale. L'animale e l'uomo. L'uomo animale? Earthlings


L'uomo è diverso da un animale?
Questa domanda la cui risposta sembrerebbe scontata, pone a me e a molte altre persone delle problematiche difficilmente risolvibili.

Ammettiamo che l'uomo sia non solo diverso, ma superiore evoluzionisticamente parlando, a tutte le specie animali che lo circondano. Una tesi che sembrerebbe confermata dal fatto che è l'uomo a dominare la terra con tutte le sue risorse.
Ma il dominio si può considerare una forma di progresso evoluzionistico?
Allo stesso tempo il dominio legittima un comportamento feroce e insensibile verso tutte le altre specie viventi?

Nello specifico: è accettabile il trattamento che l'essere umano riserva agli animali, comprese le scimmie antropoidi?


Le risposte a cui sono giunto rispetto a queste riflessioni non mi soddisfano ancora del tutto, non mi sento ancora svincolato dai luoghi comuni che gravitano intorno alla questione.
Non si tratta "semplicemente" di essere a favore o contro la caccia, essere vegetariani o carnivori, approvare le sperimentazioni sulle cavie da laboratorio o non volerne sapere.
Quello che mi interessava approfondire era la specificità dell'uomo rispetto al regno animale.
L'uomo è effettivamente diverso da tutte le altre specie viventi?
Cosa lo rende unico? La razionalità, la costituzione della propria coscienza, la struttura fisica, l'impianto genetico; quale elemento legittima alcune delle azioni che normalmente appoggiamo quando facciamo la spesa, prendiamo un farmaco o ci laviamo i capelli?

Mentre approfondisco la questione e cerco delle risposte meno retoriche, vi consiglio di vedere un documentario, Earthlings che tratta le questioni che ho sollevato, con l'aggiunta di informazioni riguardanti l'economia e l'ambientalismo.

Le immagini a tratti sono molto dure ed esplicite.

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21 luglio 2008

Nelson Mandela e Mtv



Il 27 giugno a Londra si è tenuto il 46664 Concert in onore dei 90 anni di Nelson Mandela. Il 46664 deriva dal numero che aveva Mandela da carcerato. Tra i mattatori della serata personaggi del calibro di Will Smith, Leona Lewis, Zucchero e Amy Whinehouse.
Mega palco, luci, tante persone, tanti artisti, tanto affetto, tanto coraggio, tanta pubblicità, tanti sponsor, tanto di tutto. Forse troppo.

Un signore novantenne che ha un storia personale tra le più complesse e drammatiche della storia contemporanea: ha lottato contro l'apartheid, ha passato gran parte della sua vita in prigione e nel 1993 gli è stato assegnato il Nobel per la pace.



La domanda che mi pongo è questa: ma cosa ci faceva Mandela in mezzo al gota dello spettacolo?
Artisti più o meno discutibili, pagati da multinazionali che magari speculano in qualche modo sulla vita degli africani - magari pure sulla nostra, attorniato da migliaia di persone animate dal desiderio di poter dire un giorno "io c'ero".
Questo contrasto, almeno a mio avviso sconcertante, tra un un uomo che a rischiato la vita per una lotta di libertà e diritti, tra la miseria e le malattie che devastano più omeno tutta l'Africa e un mondo che vive nella prospettiva del superfluo sottratto a tutti i costi a quelle popolazioni che non possono o non sanno difendersi, è quanto meno orripilante.

Come diceva Silvano Agosti in un video che ho pubblicato sul blog, noi stiamo letteralmente rubando 8/10 delle risorse del mondo, facendo vivere in una situazione di benessere, ai limiti della barbarie, un quarto dell'umanità condannando la restante parte del mondo a una condizione di indigenza e povertà. Non siamo stati bravi nell'autocostruirci le nostre risorse e nel progettare una società capace di poggiare su energie rinnovabili. L'occidente e ora anche l'oriente, hanno solo depredato, saccheggiato, stuprato le risorse di altri territori. Siamo dei ladri difesi dal diritto internazionale (= coloniale).

La nostra indole emerge attraverso le nostre multinazionali del farmaco che di fronte alla distruzione di un intero popolo - quello africano decimato dall'Aids - pensa ha intentare cause legali per difendere la proprietà dei brevetti dei farmaci anti-virali, chiedendo risarcimenti enormi. Nel mentre cerca di vendere agli africani i farmaci a prezzo pieno, dunque inavvicinabile per la maggior parte degli stati che compongono l'Africa.

A questo punto la dissonanza tra i due mondi che quella serata, anzi quel concerto, ha cercato di unire amorevolmente, risulta ancora più evidente.
Il carrozzone mediatico, l'evento, mi suona sempre male; sarà la dimensione megalomane, la falsità d'intenti, la commercialità, l'odore di plastica che passa anche attraverso lo schermo, ma forse è solo un mio preconcetto. Ma allora perché?

L'unica spiegazione che mi sono dato è questa: dell'Africa sappiamo tutto (male e in maniera superficiale) ma comunque non ci tocca più di tanto, sono un popolo sfortunato che vive in mezzo ai leoni e comprando un cd o un paio di occhiali, ho fatto quello che potevo per dar loro una mano.
Rispetto a questa insensibilità diffusa, Mandela cerca di scuotere le coscienze attraverso i canali e le metodologie tipicamente occidentali: i mega concerti con le stars, le campagne pubblicitarie, le petizioni televisive, le raccolte fondi indiscriminate, la vendita della propria immagine.

Forse è l'unico modo per raggiungere tante coscienze. Ma forse scendendo al piano dei valori a "portata di concerto" non si favorisce quel cambiamento profondo e radicale di cui neccessitiamo noi piccoli ladri occidentali.

La coerenza è sempre più minacciata dalla nostra società liquida.
Ma sarà poi vero che siamo una società liquida?
Io ho i miei dubbi...

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20 luglio 2008

Proiettili a Salve. McDonald's



Riciclare con stile.

Visto che siamo in tema fast food, vi consiglio il film del 2004 a cui si è ispirato il realizzatore del video: Super Size me.
Buone visioni.

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19 luglio 2008

Paolo Borsellino. Per non dimenticare


19 luglio 1992.

Dopo aver pranzato a Villagrazia con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, Paolo Borsellino si reca insieme alla scorta in via D'Amelio, a Palermo, dove vive sua madre.

Una Fiat Panda celeste imbottita con 100 chili di tritolo esplode.


Muoiono: Paolo Borsellino, Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cusina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto è Antonino Vullo.

L'agendina rossa di Borsellino, dove annotava i fatti più importanti, non viene ritrovata, probabilmente sottratta da qualche investigatore arrivato tra i primi sul posto.

Si compie quella che verrà chiamata la "strage di Via D'Amelio".
Sedici anni fa.
Paolo Borsellino, magistrato. Paolo Borsellino esempio di umanità.
«La lotta alla mafia dev'essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».

Paolo Borsellino

L'ulitma intervista
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17 luglio 2008

Armi. Italia a mano armata


Riporto un articolo molto interessante da Information Guerrilla.

E’ cresciuta in un anno del 6% e nel 2007 la spesa militare mondiale sfiora i 1400 miliardi di dollari in valori correnti – pari a 1214 miliardi in valori costanti – raggiungendo così la nuova cifra record dagli anni della Guerra Fredda. Unimondo analizza in anteprima in Italia i dati del Sipri Yearbook 2008,
il rapporto annuale dell’autorevole Istituto di ricerca della pace di Stoccolma che segnala come la spesa militare è aumentata negli ultimi dieci anni del 45% e corrisponde oggi al 2,5% del prodotto interno lordo mondiale registrando un incremento da 184 a 202 dollari per ogni abitante del pianeta. Un incremento definito "eccessivo e osceno" da Jayantha Dhanapala, membro del Sipri ed ex Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per il disarmo.

Poco meno della metà, il 45% per l’esattezza, della spesa militare mondiale è ricoperta dagli Stati Uniti a seguito non solo delle operazioni militari in Afghanistan e Iraq ma dell’incremento di base del budget militare che in valori correnti supera i 578 miliardi di dollari – mentre in valori costanti del 2005 ha raggiunto i 547 miliardi di dollari (erano 539 nel 2006) – e si presenta come “la maggior spesa militare di Washington dai tempi della Seconda Guerra Mondiale” – riporta il Sipri. Al seguito, come ormai da diversi anni, la Gran Bretagna (59,7 miliardi di dollari in valori costanti), ma nel 2007 con 58,3 miliardi di dollari – una cifra che, avverte il Sipri, potrebbe essere sottostimata – la Cina supera la Francia (53,6 miliardi), mentre Giappone (43,6 miliardi), Germania (36,9 miliardi) e Russia (35,4 miliardi, ma la cifra potrebbe essere sottostimata) mantengono le rispettive posizioni.

L’Italia mantiene l'ottavo posto per spesa militare a livello mondiale: con 33,1 miliardi di dollari in valori costanti (erano 29,9 miliardi nel 2006) nel 2007 l’Italia sembrerebbe scavalcata nella graduatoria dall’Arabia Saudita (33,8 miliardi) ma il Sipri segnala che il dato che concerne Riyad "comprende le spese per l’ordine pubblico e la sicurezza e potrebbe essere sovrastimato". Una cifra che comunque non sorprende visto che le recenti leggi finanziarie hanno incrementato il budget militare italiano di oltre il 20% in due anni. Anche la spesa militare pro-capite dell’Italia si stabilizza al settimo posto nel mondo, ma nel 2007 sale a 568 dollari (era di 514 dollari del 2006) e, per il quarto anno consecutivo, supera di gran lunga quella della Germania (447 dollari pro-capite nel 2007). Una conferma che la spesa militare complessiva italiana da vari anni si attesta – come riportano gli stessi dati del Sipri e della Nato – attorno all’1,8-1,9% del Prodotto interno lordo.

In generale, in dieci anni le spese militari in America del Nord sono cresciute del 65%, quelle del Medio Oriente del 62%, quelle dell’Asia del Sud del 57%, mentre quelle dell’Africa e dell’Asia dell’est del 51%. E, sempre nel periodo compreso tra il 1998 e il 2007, l'Europa dell'Est ha registrato il più forte rialzo per queste spese, praticamente raddoppiate (+162%). E' ugualmente in questa regione che le spese sono aumentate di più l'anno scorso (+15%), mentre l’Europa Occidentale e l’America centrale sono le due regioni dove le spese militari sono cresciute meno, rispettivamente del 6 e del 14%.

Come conseguenza, le vendite di armi delle 100 maggiori aziende mondiali produttrici di sistemi militari (escluse quelle cinesi) sono aumentate del 9% nel 2006 rispetto all’anno precedente, raggiungendo i 315 miliardi di dollari. Le società statunitensi e dell’Europa Occidentale hanno largamente dominato il mercato realizzando il 92% delle vendite di armamenti nel 2006.

La principale azienda mondiale produttrice di armamenti rimane anche nel 2006 la statunitense Boeing con vendite di armi per oltre 30,7 miliardi di dollari (erano 28 miliardi nel 2005), ma vede i propri profitti nel settore militare (2,2 miliardi) scavalcati dalla concorrente americana Lockheed Martin che registra 28,1 miliardi di dollari di vendite e profitti per oltre 2,5 miliardi. La britannica BAE Systems con oltre 24 miliardi di dollari di consegne militari si attesta al terzo posto nel 2006 superando le americane Northrop Grumman (23,7 miliardi), la Raytheon (19,5 miliardi) e la General Dynamics (18,8 miliardi). Con oltre 200 miliardi di dollari le 41 principali ditte statunitensi ricoprono il 63% di tutte vendite mondiali di armi (un dato che comprende sia le commesse militari americane sia le esportazioni), mentre con 92,1 miliardi di dollari 32 ditte europee hanno mantenuto il 29% dello share mondiale, otto ditte russe il 2% e il rimanente 6% rimane suddiviso tra aziende giapponesi, israeliane e indiane.

Nella graduatoria delle dieci principali ditte mondiali produttrici di sistemi militari un posto di rilievo è ricoperto dalla principale azienda italiana Finmeccanica che, pur scendendo nel 2006 al nono posto per fatturato militare – superata dalla EADS (12,6 miliardi) e dalla statunitense L3 Communications (9,9 miliardi) – con quasi 9 miliardi di dollari (8,99 miliardi) di vendite e soprattutto con quasi 1,3 miliardi di dollari di profitti supera di gran lunga la stessa BAE Systems (meno di 1,2 miliardi di profitti) e si piazza al quinto posto nel mondo e al primo in Europa per profitti legati al settore militare. L'azienda italiana mantiene queste posizioni grazie alle commesse, al limite dei vincoli della legge 185/90 come la recente autorizzazione al Pakistan per missili di contraerea del valore di oltre 470 milioni di euro, del Governo italiano che attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, ne è il principale azionista.



Per quanto riguarda il commercio internazionale di armamenti convenzionali che si attesta sui 24,2 miliardi di dollari e, nonostante per la prima volta dal 2002 registri nel 2007 un decremento dell’8% – dovuto soprattutto al diminuire delle commesse militari da parte di Cina (-62%) e Emirati Arabi Uniti (50%) –, “si mantiene il trend di crescita nel lungo-periodo” – riporta il Sipri.

Una nostra analisi sul Arms Trasfer Database del SIPRI* mostra che sono i paesi dell'Unione Europea i principali esportatori di armi per un valore – tra trasferimenti interni tra i membri dell'Ue e esportazioni extra-Ue – che si mantiene nel 2007 sulla cifra di 10,3 miliardi di dollari ricoprendo nell'insieme il 41,9%.

Considerando i singoli paesi, gli Stati Uniti con 7,5 miliardi di dollari nel 2007 confermano la posizione di principale esportatore mondiale per il quinto anno consecutivo. Segue la Russia che con 4,6 miliardi di dollari vede un forte decremento (erano quasi 6,5 miliardi nel 2006) dovuto principalmente al calo di commesse dalla Cina e quindi la Germania – che con 3,4 miliardi di dollari triplica l'export di armamenti rispetto al 2004 – e la Francia che con 2,7 miliardi di dollari incrementa il proprio commercio, l'Olanda che con 1,4 miliardi mantiene per il secondo anno consecutivo una posizione di rilievo e la Gran Bretagna che con poco meno di 1,2 miliardi riacquista posizioni rispetto ai due anni precedenti.

Nel 2007 l'Italia mantiene il settimo posto rispetto al 2006, e anche se i dati del Sipri, che si riferiscono principalmente a “grossi sistemi d’arma finiti”, mostrano per l’anno scorso un decremento a 562 milioni di dollari, essi vanno considerati nel contesto della forte ripresa dell'esportazioni militare italiana come viene segnalata dai recenti Rapporti della Presidenza del Consiglio sull'export di armi che riporta per il 2007 commesse e autorizzazioni di armi per oltre 2,4 miliardi di euro: commesse i cui effetti si vedranno nei dati del Sipri dei prossimi anni.

Per quanto riguarda le importazioni di armamenti ad uso convenzionale, sebbene l’Asia e il Medio Oriente si confermino le maggiori aree di acquisizione, nel 2007 la Grecia, con oltre 2 miliardi di commesse per sistemi militari, sale al primo posto della graduatoria superando la Cina che passa dagli oltre 3,7 miliardi di dollari del 2006 ai poco più di 1,4 miliardi del 2007; l’India che con oltre 1,3 miliardi di dollari conferma il trend recente; la Corea del Sud che però incrementa notevolmente le importazioni di armi portandole alla cifra record dell’ultimo decennio di oltre 1,8 miliardi di dollari; e gli Emirati Arabi Uniti che invece segnano una drastica riduzione di commesse per armi passando da una media di oltre 2 miliardi del biennio precedente ai poco più di 1 miliardo nel 2007. Ma, segnala il Sipri, “i maggiori esportatori di armi all’Asia e al Medio Oriente continueranno nell’intensa competizione per acquisire nuovi ordini, che vedranno nei prossimi anni la Libia e l’Arabia Saudita ritornare ad essere tra i maggiori importatori mondiali”.

Infine, avverte il Sipri, “gli embargo di armi decretati dall’Onu a forze armate non governative hanno finora fallito nel prevenire l’acquisizione di sistemi d’arma” mentre “i maggiori esportatori hanno continuato a sostenere i governi in zone di conflitto rifornendoli di armamenti”. Un fatto che conferma ulteriormente la necessità di giungere presto ad un Trattato internazionale sul commercio di armi (ATT) fortemente sostenuto dalla campagna internazionale 'Control Arms' e attualmente in esame alle Nazioni Unite.

Un video che spiega la situazione sugli armamenti. Si tratta di un video in francese, mi scuso, ma in italiano non ho trovato nulla.



Ecco come la pubblicità ci vende l'immagine di Finmeccanica.

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16 luglio 2008

Le vite degli altri


l'udito è uno di quei sensi che non si può scegliere di usare: le orecchie non si possono chiudere come le palpebre o serrare come le labbra. perché anche tappandole, non evitano il passaggio del suono. le orecchie sono continuamente pronte a ricevere, a recepire, ad ascoltare le vite degli altri.
questo lo sa bene chi viaggia in treno o in autobus, chi fa la fila in posta o si trova a contatto, a stretto contatto, con estranei per un minino di cinque minuti, a contatto in uno spazio obbligato e da cui difficilmente ci si può sottrarre. 
per quella perversione che ci accomuna tutti, si finisce per osservare, scrutare, analizzare e soprattutto ascoltare la vita di qualcun altro. qualche settimana fa un uomo raccontava alla sua fidanzata quanto fosse intenso il traffico di milano, quanto fosse frenetica la città e quanto non vedesse l'ora di tornare a casa. peccato che l'uomo non era a milano. era a roma, in attesa di un taxi, vestito di fresco. due ragazze si lamentavano di aver dormito troppo poco, di essere stanche e stressate per il lavoro: si erano appena conosciute, un'indossatrice e una venditrice delle bancarelle, non avevano niente in comune eppure si sono quasi confidate sull'autobus, sedute dietro di me. so un sacco di cose su queste due, adesso.
le vite degli altri ci capitano nelle orecchie e non possiamo fare altro che accoglierle. se siamo abbastanza capaci di tenerle con noi, le vite degli altri diventano consigli, ammonimenti, esempi da seguire o da evitare, storie da raccontare. le vite degli altri diventano un po' nostre.

una postilla: le vite degli altri è anche il titolo di un film meraviglioso, ambientato a berlino, prima che la città diventasse la berlino fantastica che conosco io. è un film sulla ddr, su quella quotidianità tragica e severa, su quel design assurdo e bellissimo. ed è un film sull'udito. 

eli
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15 luglio 2008

Più ottimismo per tutti. Una nuova pratica consolatoria


Giorgio Bocca nell'articolo "Che razza di ottimisti" sull'ultimo numero dell'Espresso parla della funzione consolatoria della stampa che nonostante le cose nel mondo non vadano particolarmente bene, attribuisce a notizie "mirabolanti" enorme risalto.
Dopo aver letto l'articolo mi sono venute in mente alcune riflessioni.

Viviamo in un momento storico caratterizzato da ricorrenti periodi di crisi che si legano a tutti gli ambiti della realtà: crisi politiche, crisi finanziarie, crisi energetiche, crisi climatiche, crisi alimentari, crisi occupazionali, crisi sociali, crisi internazionali, crisi sanitarie, crisi pandemiche, crisi terroristiche, crisi giustizialiste, crisi immobiliari, crisi epilettiche, crisi di nervi, crisi, crisi crisi.

Come mai allora siamo tutti così apparentemente tranquilli?

I mezzi di comunicazione di massa che per certi versi ci allarmano di continuo, ci forniscono anche notizie rincuoranti: scoperte scientifiche impensabili, nuovi milionari, progetti coloniali intergalattici e tante altre pseudo-notizie anestetizzanti.
Certo alcune preoccupazioni o patemi restano. Del resto negli ultimi anni si parla sempre di ghiacciai che si sciolgono, inquinamento impazzito, risorse in diminuzione/estinzione, omicidi, rapine, stupri, violenza, violenza, violenza.

Ma come si fa a vivere in questo mondo in perenne auto-disfacimento?
Questa è la domanda che una persona assennata si chiederebbe all'istante.
Forse era anche questa uno delle possibili letture dell'articolo.
Mi resta qualche dubbio. I media non possono avere un così grande potere condizionante, mi dico cercando di convincermi. Poi a un tratto, un lunedì sera, in prima serata su Italia 1 mi si apre un mondo: Lucignolo.
In un solo programma si condensano e vanno in fumo, anni e anni di letteratura socio-antropologica.
L'umanità si è fermata (di fronte) a Lucignolo, anzi l'umanità si plasma a partire da Lucignolo. Personaggi vagheggiati e ammirati dalle generazioni teledipendenti si esibiscono e trasgrediscono stimolando le fantasie più triviali dei tele-masturbatori.

Guardando Lucignolo si inizia a ripensare al mondo in modo diverso.

Se tutte quelle persone sono felici e si divertono così tanto, il mondo non può essere poi così male. Basta solo un po' di sano ottimismo.

Niente paura, Lucignolo ci salverà.

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14 luglio 2008

The dark side of the moon - Pink Floyd



A cura di Giordi

Corre l'anno 1973 e la musica pop moderna ha già da qualche anno avviato il suo corso.
I Beatles avevano già dato prova che il genere pop non poteva limitarsi soltanto alla composizione di brani costituiti dal classico ritornello e da motivetti gradevoli, ma ad avere un ruolo fondamentale doveva essere anche l'ingegneria del suono. Non ci sono più soltanto i musicisti con i loro strumenti in sala di registrazione ma tutta una serie di tecnologie innovative (ovviamente in questo caso parliamo del 1973) che avrebbero consentito, facendone un adeguato uso, di esprimere al meglio i concetti e i sentimenti che i compositori desideravano.
The Dark Side Of The Moon è considerato tutt'ora uno degli album più innovativi da questo punto di vista.
I Pink Floyd si sono sempre contraddistinti per la loro vitale esigenza di coniugare l'espressione del concetto a quello della sonorità, in questo caso è stato fondamentale il contributo di un ingegnere del suono della portata di Alan Parsons.
Mai leggeri e mai scontati, in questo capolavoro i Pink Floyd attraverso la tecnologia ci trasmettono al meglio tutte quelle opprimenti sensazioni derivanti da quegli elementi che scandiscono l'esistenza di noi uomini moderni, o di una società "civilmente industrializzata". Il denaro e il tempo.
Roger Waters sappiamo essere maestro nell'esternare il dolore più profondo, e anche se in questo disco non esploderà mai quella sensazione di disagio che invece esploderà in seguito con The Wall, riusciamo comunque e profondamente a respirare gli effetti devastanti di sensazioni come il dolore, la nostalgia, la dolcezza e la ribellione.
Indimenticabile l'intima e potente espressione della cantante Clare Torry in The Great Gig In The Sky.
Lo strumento dolcezza quasi a esorcizzare l'inquietudine degli effetti provocati da tutto ciò che nella vita ci rende schiavi.
Buon ascolto.

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13 luglio 2008

Proiettili a salve



Una famiglia come tante. Segue...

11 luglio 2008

Prima Maratona dei Truffati Bancari


15 Luglio 2008.

42 Km di risposte alla gente sulle truffe bancarie lungo le vie dell’Antico Dogado.
Si svolgerà martedì prossimo la prima "Maratona dei truffati bancari", una manifestazione di protesta organizzata contro i tassi d'interesse bancari paragonabili a quelli degli usurai, i costi bancari (tra i più elevati d'Europa), frodi bancarie e tutta quella serie di attività molto convenienti alle banche e quindi devastanti per i risparmiatori.

In un Paese crivellato da scandali e crack finanziari, basta pensare ai bond argentini, Cirio, Parmalat, Banca Antonveneta, scalata RCS solo per citare i più noti.

Ricordo solo altri due dati: il debito pubblico italiano è uno dei primi tre al mondo e nella classifiche delle "truffe on-line" ci siamo piazzati al sesto posto.

Diciamo che non siamo messi poi così male. Basta ancora qualche piccolo sforzo per raggiungere la vetta.


PERCORSO DELLA MARATONA

PARTENZA: ore 6.30/7.00 circa da Carpenedo – Mestre in Via S. Donà, 26 dalla sede di B.ca Antonveneta
P.zza Carpenedo
V.le Garibaldi
Via Palazzo (municipio)
P.zza Ferretto
Via Poerio
Via Querini (sede Caritas)
Via Dante (via degli emarginati, dove di notte dormono sulle panchine decine di extracomunitari)
Sottopasso Ferrovia
MARGHERA
Via Rizzardini
P.zza Giovanacci
Via Gelami
P.zza S. Antonio
P.zza Municipio
P.zza Mercato
Via Aversani
Via Benvenuto
Via F.lli Bandiera
S.R. 11 (Padana Superiore)
MALCONTENTA
Via Malcontenta
S.P. 23 – VENEZIA
Via Padana S.S. 11 – VENEZIA
ORIAGO
Via Nazionale
MIRA
S.S. 11 – VENEZIA
DOLO
S.S. 11 – VENEZIA
FIESSO D’ARTICO
S.S. 11 - VENEZIA
STRA’
S.S. 11
VIGONZA
S.S. 11
PONTE DI BRENTA
Via Giacomo Chilesotti
Via Armando Maniciati
Via dell’Ippodromo
PADOVA
DX cavalcavia S. Marco
Via Venezia
P.zzale Stanga
Via Venezia
Via Niccolò Tommaseo
Via Diego Valeri
Via Trieste
Via Gasparre Gozzi
ARRIVO: Piazzetta Filippo Turati, 2 - Sede Banca Antonveneta.


Link utili: www.giannichinellato.it, centrofondi.it, www.sosutenti.net.
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8 luglio 2008

L'interpretazione della verità


Che cosa s'intende con il termine verità?
La questione è una delle più dibattute dalla cultura filosofica occidentale (ma non solo), la ricerca della verità costituisce un bisogno inalienabile per alcuni individui. Non si tratta di definire un concetto univoco o tanto meno di cristallizzare tipologie di verità.
La verità non è un dominio finito dell'uomo, è più un orizzonte di infinita ricerca verso la quale tendere.
La cultura contemporanea non va alla ricerca della verità, si accontenta delle sue possibili interpretazioni.
Siamo nell'era dell'ermeneutica, dei pensieri falsamente deboli, del pensiero estetico e del post-moderno. Cosa implica un atteggiamento del genere quando si tratta di questioni importanti, anzi vitali, pressanti e cinicamente ineluttabili per la nostra salute fisica e mentale?
Come possiamo orientarci in una realtà che appare talmente multiforme e plurivoca da renderci completamente inadatti e impreparati a qualsiasi scelta consapevole?

Un esempio di ermeneutica delle verità.

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Mitragliate dalla Trincea


8 luglio 2008.

Roma. Piazza Navona ore 18.

Furio Colombo, Pancho Pardi e Paolo Flores d’Arcais gli organizzatori.

Partecipano: Antonio Di Pietro, Rita Borsellino, Andrea Camilleri, Marco Travaglio, Beppe Grillo, Umberto Eco, Sabina Guzzanti, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Lidia Ravera.

Obiettivo: protestare contro le leggi-canaglia con cui il governo Berlusconi vuole distruggere il libero giornalismo, l'uguaglianza della giustizia e i magistrati italiani.

Passo e chiudo.


Collegamenti: Micromega, Video, Diretta. Segue...

7 luglio 2008

Lettere dalla Trincea

pubblico una lettera ricevuta stamattina da n.r.

Ieri sera ho avuto una discussione con mio cognato a proposito delle impronte ai bimbi rom. Così tornando a casa ho ripensato al senso dell’essere persona e dell’essere popolo, etnia.
I latini dicevano homo homini lupus. Credo sia ancora valido. E si concretizza sia tra gli individui che tra i popoli. Il senso dell’essere persona penso coincida con l’individualità, il percepire, accettare la propria identità (cercando di migliorare sempre) e il parallelo/reciproco riconoscimento degli altri, quelli che contano affettivamente e/o intellettualmente; ma anche il riconoscimento sociale di cui abbiamo bisogno (ruolo, posizione).
Parlo di persone che sono libere e pensano, che reggono il peso e il dolore dell’incertezza, dell’imperfezione, dell’impotenza, della complessità del vivere, non quelli che si appoggiano (o si fondono/confondono) a un’ideologia o a una religione dove possono trovare il senso di tutto. I più sono questi però e costituiscono le masse e determinano il potere nelle società democratiche.I meno, quelli che pensano da sè, dovrebbero indicare progetti e pensieri, linee di ricerca e bellezza, se riescono a non essere solo assorbiti dal bisogno di mantenersi. Qui entra in scena l’atteggiamento predatorio, il lupus. Individui e popoli si attivano per garantirsi sopravvivenza o predominio.
A questo proposito non ho dubbi sulla prevalenza dell’essere sull’avere, ne ho invece sull’essere in relazione al fare, perché penso che non esiste essere se non attraverso il fare (inoltre l’essere è anche in funzione di ciò che ha).Mi tornano in mente i pensieri dell'Inviato di guerra sul lavoro, in cui ritrovo l’ideale dei Greci: il loro valore primario era la libertà e in particolare la libertà dal lavoro. Ma se la permettevano perché erano una società schiavista, facevano lavorare i popoli sottomessi in guerra e sfruttavano gli altri attraverso il predominio culturale e commerciale (quando non li colonizzavano direttamente). Tanto erano tutti barbari.
Il mondo occidentale democratico è rimasto lo stesso: guerre sfruttamento schiavitù neocolonialismo. E poiché gli altri modelli politico-sociali proposti finora hanno avuto esiti anche peggiori (fascismi comunismi) e sono attualmente improponibili, penso che finchè non verrà elaborato un nuovo modello di convivenza bisogna cercare correzioni e aggiustamenti all’esistente. E che nel fare dei singoli e dei gruppi vada cercata una convivenza che tenga sotto controllo l’atteggiamento predatorio. Ed è un’impresa che oggi pare impossibile.
Ma chi pensa ha bisogno di imprese impossibili.


eli
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6 luglio 2008

Proiettili a salve


5 settimane di battaglia in trincea.
I "soldati" hanno bisogno di riposo, sono stremati. La domenica sarà da oggi il giorno del "congedo".

Lunedì si riprendono le posizioni.
Rilassatevi un po' ma tenete sempre alta l'attenzione.
Per ora è tutto.
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5 luglio 2008

Critical Mass. Gambe e menti in movimento


Cosa si può fare con una bicicletta e molti amici? Critical Mass.
Si tratta in sostanza di un raduno di "ciclisti" privi di motori e gas di scarico. Il primo raduno di critical mass si svolse a San Francisco nel 1992, con 48 ciclisti, il suo ideatore è Chris Carlsson.

La Critical Mass è spesso definita una "coincidenza organizzata", senza leader, organizzatori, o membri individuati da qualcosa che non sia la loro partecipazione all'evento. Anche il percorso seguito durante la manifestazione viene deciso sul momento, spesso da chi è in testa al gruppo, oppure chiunque abbia una propria idea su un percorso possibile, può stampare delle mappe e distribuirle ai partecipanti. Altre volte la decisione del percorso viene presa e condivisa tra più persone subito prima che questa abbia inizio. In questo modo il movimento si spoglia di tutto ciò che è implicato nella creazione di una organizzazione gerarchizzata: nessuna struttura interna, nessun capo, niente politica interna, niente direttive di movimento, ecc. Per far esistere una Critical Mass tutto ciò che serve è che abbastanza persone sappiano della sua esistenza e si incontrino il giorno designato per il raggiungimento della massa critica, per occupare tranquillamente un pezzo di strada, in modo da escluderne i mezzi motorizzati.


In Italia il fenomeno della Critical Mass è molto presente in città come Torino, Milano, Roma. Ci sono molte iniziative anche in altre località con luoghi d'incontro e giorni settimanali stabiliti.

Il primo luglio 2008 mi sono comprato la mia prima bici. Se vivessi a Parigi, Berlino o Amsterdam potrei tranquillamente spostarmi e andare ovunque in bici senza aver bisogno di un mezzo a motore. Inoltre risparmierei i soldi del carburante, dell'assicurazione, del bollo, della manutenzione e di tutte quelle spese che mi costringono a lavorare più o meno tre mesi all'anno per mantenere le mia macchinetta e tutte le lobby che le gravitano attorno.

Senza pensare che: non inquino, faccio sport e mi godo il paesaggio.
Non sempre il progresso tecnologico è sinonimo di avanzamento culturale e sociale.
Non sempre siamo disposti a sacrificare l'inutile per il futuro.
Siamo fatti così. Ma anche no.

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2 luglio 2008

la Terra dà anche buoni frutti (e verdure)

ho scoperto Zolle e ve lo voglio raccontare. 
Zolle è una società romana che si occupa del commercio di generi alimentari. Zolle mette insieme la produzione di una decina di aziende agricole laziali e rivende direttamente ai romani. tu vai sul loro sito, ordini la tua tipologia di spesa settimanale e loro te la recapitano a casa. nella scatola (unica, di cartone, senza altri imballaggi) ci sono frutta e verdura di stagione, non puoi scegliere cosa, puoi solo stabilire se ne vuoi per 1/2/3... persone. la merce è freschissima e sana, e quando ti arriva a casa ha percorso al massimo 40 Km. di ogni prodotto è dichiarata la provenienza (da quale azienda agricola arriva, in pratica). e sul sito vengono poi indicate le quantità dei singoli prodotti recapitati in ogni spesa. 
Zolle è un mediatore, non si può negare. ma mi sembra un ottimo esempio di mediazione, ecco. 
quello che a me fa impazzire di Zolle, oltre a tutte le qualità che ho già elencato, è che nella mia ipotetica Zolla Vegetariana ci sarà sempre una sorpresa rispetto alle tipologie di verdure e frutte recapitate. 
Zolle è anche un calendario, a pensarci bene. un calendario delle stagioni.
fate una ricerca nelle vostre città e regioni. potrebbe esistere qualcosa di analogo. 

eli
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