28 febbraio 2009

Berlusconi rappresenta gli Italiani?


Silvio Berlusconi rappresenta gli italiani o gli italiani sono stati formati sullo modello berlusconiano?
Notizia recente l'ennesima volgarità maschilista prodotta ad hoc dallo staff del premier per distrarre dali'oggetto reale della discussione intercorsa tra Berlusconi e Sarkozy. L'"oggetto" del contendere le donne, nello specifico la donna del premier francese.
Berlusconi solitamente tratta le donne come semplici oggetti sessuali, calpesta sistematicamente la dignità femminile e viene apprezzato dalla società sessista italiana che in fondo vorrebbe essere un po' come lui: gli uomini per le donne che gli ronzano intorno e le donne per farsi mantenere.
Chi non ricorda la sua dichiarazione in cui consigliava alle donne italiane di sistemarsi con giovani ben posizionati per vivere nell'assoluto parassitismo economico?
Un personaggio politico che riveste una carica così importante, non potrebbe con tanta leggerezza fare certe affermazioni. In Italia è possibile perché la stragrande maggioranza dei giornalisti e dei media in genere è sotto la sua ala e il suo controllo e perché orami siamo talmente assuefatti al malcostume che non siamo più in grado di riconoscere una moralità, una dignità, un senso di responsabilità e una misura del limite. In Francia ancora c'è qualche barlume di criticità e hanno ripreso e ridicolizzato prima Berlusconi per la sua inconfondibile volgarità e poi indirettamente l'italianità è stata associata alla sua ingombrante e onnipresente figura. Ma come è possibile tutto ciò?





Il genio manipolatorio berlusconiano non inizia nel 1994 quando per necessarie ragioni (fallimento-carcere) Silvio è "dovuto" scendere in campo. Se al posto di campo di utilizza la parola orto, il senso della frase assume una significazione più reale: Berlusconi è sceso nel suo orto per difenderlo, custodirlo (interessi particolari e non collettivi) e ampliarlo (mettendo in conto allo Stato italiano).
Ma prima di poter tranquillamente fare tutto ciò ha preparato il terreno, lo ha concimato per bene con i peggiori letami e si è adoperato affinché un orto si trasformasse in un artificiale giardino (magari di cactus).
L'operazione più importante imputabile al medio-man Silvio è stata quella di trasformare la cultura in spettacolo (di bassa lega) riducendo gli interessi degli italiani al calcio, alle donne oggetto, al disimpegno, all'illegalità furba, al narcisismo sfrenato e alla volgarità spinta. Il "Drive in" programma andato in onda a partire dal 19983 è un riferimento culturale impresso nella mente di tutti gli italiani. Silvio ci ha scolarizzato una seconda volta, attraverso un mezzo molto più penetrante e convincente degli insegnanti. Tutto condito con colori, suoni, balletti e tanto divertimento.
Silvio conosce bene la società dello spettacolo e ci sguazza dentro.

Questo sistema di controllo, di filtro, di censura, di realtà fittizia può entrare in crisi. Le masse di disoccupati e cassa-integrati aumentano costantemente.
Sarà la crisi economica mondiale a salvare l'Italia risvegliando noi tutti, riallacciandoci alle esigenze essenziali?
Forse dove non arriva la controinformazione (che va comunque verificata) arriva la pancia, ma questa volta non nel senso dell'appetito sessuale stimolato dalle vallette, ma la fame vera dovuta all'indigenza della classe media che è stata letteralmente massacrata dalle politiche degli ultimi vent'anni.

Silvio può continuare per il momento a fare battute discriminatorie e di bassa lega sulle donne, ma forse anche per lui arriverà un momento nel quale non riderà più tanto, in cui sarà chiamato a rendere conto delle illusioni che ci ha propinato con i suoi spot e che non riescono più tanto a convincere le masse.

E le donne cosa ne pensano del nostro Premier?



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26 febbraio 2009

Nucleare. Ieri, oggi, domani

I video che ho inserito sono particolarmente forti.
Riguardano le persone che hanno subito le conseguenze peggiori del nucleare.
Non si intende demonizzare la scienza, la ricerca sull'atomo e l'energia nucleare.
L'intento di questo post è sensibilizzare e responsabilizzare le scelte di una collettività.
La decisione sull'adottare il nucleare è una scelta complessa e necessita di assoluto senso di responsabilità.

Il nucleare implica anche enormi problemi.
Nessuno è in grado di azzerare i rischi di incidenti negli impianti nucleari. Motivo per cui nessuna compagnia assicurativa del mondo assicura una centrale nucleare.
Un rischio seppur ridotto è sempre da tenere in considerazione anche negli impianti di ultima generazione.

Possibile che non ci sia altro modo per produrre energia e soprattutto è veramente irrinunciabile la quantità di energia che utilizziamo e spesso dilapidiamo con il nostro stile di vita?





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25 febbraio 2009

Nucleare. Follia berlusconiana



8-9 novembre 1987.

Referendum abrogativo sul nucleare. L'Italia dice no alle centrali già costruite a seguito dell'evento catastrofico di Chernobyl.

Io sono contro il nucleare. Senza timori è possibile dimostrare l'inutilità oggi del nucleare. Nessuno costruisce più centrali nucleari nel mondo. L'Italia insieme alla Francia progettano nuove centrali. Follia pura.

I motivi sono molteplici e spero che tutti facciano uno sforzo per documentarsi un po'. Vorrei solo elencare alcuni punti che mi sembrano rilevanti e fonte di sana discussione - anche se l'aria che si respira in Italia è sempre meno dialogica e sempre più decisionista:

- il nucleare è costosissimo;
- per costruire una centrale ci vogliono almeno 10 anni;
- il combustibile per le centrali nucleari è esauribile come le fonti fossili;
- gli scarti del nucleare sono residui radioattivi con periodo di decadimento millenario;
- con la tecnologia attuale non esiste un metodo di stoccaggio assolutamente sicuro delle scorie;
- per quanto la tecnologia sia progredita gli incidenti nelle centrali accadono con una regolarità statistica evidente (in Francia lo scorso anno almeno tre incidenti);
- i costi del nucleare vengono ammortizzati solo se contribuisce lo Stato, il bilancio energetico tra costo ed energia è altrimenti sempre passivo;
- l'interesse nel nucleare non dipende dalla redditività energetica, con il nucleare si sopperisce al 20% dell'energia globale - la stessa energia viene ricavata dall'idroelettrico;
- investire ingenti capitali sul nucleare rallenta e blocca la ricerca sulle rinnovabili;
- il vero guadagno nel nucleare ricade esclusivamente su chi lo costruisce e sulle sovvenzioni che gli Stati concedono a queste lobby;
- l'unico che ha fatto delle ricerche innovative sul nucleare negli ultimi anni è Rubbia che non usa l'uranio come combustibile;
- la decisione e la destinazione dei fondi energetici dei prossimi dieci anni non può essere presa senza una consultazione popolare, Berlusconi non è ancora il proprietario dell'Italia;
- se per chiudere le centrali è stato necessario un referendum perché per riaprirle basta l'intenzione di un singolo, assolutamente inadatto e non competente sull'argomento?
- il sole è la sola fonte di energia, pulita, economica e alla portata di tutti, perché non investiamo su quella?

Questi sono solo alcuni spunti di riflessioni. Ognuno deve iniziare a prendere coscienza della realtà che lo circonda e interessarsi delle scelte che degli affaristi prendono in relazione al bene personale, trascurando selvaggiamente il bene comune.

Il nucleare pulito è una balla. Il nucleare sicuro è una balla. Il nucleare conveniente è una balla. Il nucleare efficiente è una balla. Il nucleare di ultima generazione forse non è una balla, nel senso che dopo l'era atomica forse l'umanità si ritroverà con una montagna di guai.
No al nucleare. Informatevi!

Passo

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24 febbraio 2009

Silvio Berlusconi. Un video racconta la sua storia


Questo video-inchiesta realizzato negli Stati Uniti descrive l'ascesa di un personaggio molto controverso e influente sulla società italiana.
Silvio Berlusconi è un caso tutto italiano, non potrebbe esistere legalmente in nessun altro Paese del mondo.

Stiamo andando verso i peggiori ricorsi della nostra storia.
Buona visione.

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22 febbraio 2009

Cibo e lavoro. Pallottole a Salve



Mangiare sul posto di lavoro?
Ecco una soluzione, comoda e rapida.

Tratto dal film di Charlie Chaplin "Tempi moderni" del 1936.
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18 febbraio 2009

Informazione e sua dipendenza. Illusione di verità


E’ disperante. Siamo tossicodipendenti da informazione. L’urlo che si leva dalle masse degli italiani attivi infodipendenti è sempre il medesimo: informateci, non mollate, ancora dosi, grazie! La risposta degli abili pusher è di inondare il mercato della sostanza (Tratto da Infobiotici di Paolo Barnard).

 
Siamo dipendenti da informazione?
Partendo dall'articolo di Barnard mi sono venute in mente alcune riflessioni.


Realisticamente siamo vittime dell'informazione. Questo è il mio punto di partenza.
La comunicazione di massa è uno strumento molto potente e invasivo, che riesce a condizionare molto il nostro modo di percepire la realtà, la nostra visione del mondo, il nostro sistema valoriale e tutta la serie di reazioni proveniente da stimoli.
In definitiva i media sono costruttori di stimoli.
Tanto più riescono a stimolarci secondo l'intenzione da loro progettata, tanto più noi risponderemo e saremo assuefatti a un certo tipo di stimolazione, definita, ripetuta e inimitabile.
Questa per sommi capi è la forza e la tecnica generale che sottende la produzione di senso che soggiace dietro l'operatività del costrutto mentale.
A sistematizzare il tutto c'è una logica di dipendenza, che tende a fidelizzare i propri spettatori/riceventi proiettati a un controllo sistematico delle risposte alle stimolazioni.
Da un lato questa metodologia affascina, ma allo stesso tempo inquieta.

L'informazione nello specifico, affabula attraverso l'illusione della realtà, della simultaneità tra realtà e temporalità: visione diritta.
Quello che si tende a dimenticare è la costante e necessaria mediazione del mezzo.
Ogni informazione che sia ufficiale televisiva o contro-informativa necessità di una inalienabile mediazione. In che modo poso essere garantito dalla soggetto mediatore e fino a che punto l'informazione trasmessa corrisponde alla realtà?

Avere più strumenti/tecnologia a disposizione per comunicare non ha determinato un cambiamento radicale dell'assetto sociale. Anche se è innegabile che strumenti quali internet (tecnologia originariamente militare) favoriscano e semplifichino le comunicazioni, contemporaneamente amplificano i rischi di falsificazione, strumentalizzazione, dipendenza.

In che modo allora è possibile comunicare evitando i rischi di intossicazione?

Una risposta definitiva e sintetica è impossibile. Proverei a esplicitare alcuni passaggi da tenere a mente quando si è un ricevitore di informazioni.

1) Non esiste una verità assoluta. Il criterio di oggettività risponde a una serie di parametri stabiliti dall'intelletto umano. L'oggettività a mio avviso è più un canone comunicativo che una effettiva garanzia di verità.

2) Non credo ormai più a una informazione buona che contrasta una informazione cattiva. La contro-informazione mi desta molti dubbi. Ricordo che nella storia dell'umanità tutti i divulgatori di conoscenze onesti sono stati tempestivamente soppressi dalla faccia della terra. Un giornalista oggi è un divulgatore di opinioni, non rintraccia quasi mai notizie e mai è produttore di conoscenza.

3) L'informazione non è qualcosa che si trova a buon mercato su internet o in uno scaffale del supermercato. L'informazione richiede impegno, fatica e controlli incrociati.

Allora cosa posso sapere? Cosa devo fare? Cosa posso sperare?

Passo.
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15 febbraio 2009

Nanni Moretti. Ecce Bombo. Pallottole a Salve



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10 febbraio 2009

Eluana Englaro è morta



Eluana Englaro dopo 17 anni di sospensione dalla vita è morta.

Basta con le speculazioni.
Basta con le strumentalizzazioni.
Basta con la violenza delle parole.
Basta con l'ipocrisia.
Basta con l'arroganza.
Basta con le falsità.
Basta con gli speciali.
Basta con le interviste.
Basta con gli opinionisti.
Basta con gli accertamenti.
Basta con le indagini.
Basta con l'invadenza.
Basta con le religioni.
Basta con le fiaccolate.
Basta.

Ora solo silenzio.
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8 febbraio 2009

Hollywood Party. Pallottole a salve



Un piccolo capolavoro di comicità americana.

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7 febbraio 2009

Amianto. Un crimine contro l'umanità


L'Italia è invasa dall'amianto.
Basta fare un po' di attenzione e noterete intorno a voi la presenza di amianto.
La priorità di un governo responsabile di destra o di sinistra dovrebbe essere la bonifica sul territorio nazionale da ogni residuo di questo materiale altamente cancerogeno.
Ma nessun governo fino a questo momento si è impegnato, tutti i governi sono stati e sono oggi più che mai responabili e complici di un eccidio.

Riporto due articoli apparsi recentemente su Repubblica.

L' Italia sotto una valanga di amianto
LA SPEZIA - Nella luce dell'alba, stretta tra il mare e i monti, La Spezia è una striscia di terra all'orizzonte: solo quando vedi i camini delle industrie - dell'Enel, dell'Otto Melara, di Fincantieri - che alzano le prime colonne di fumo, capisci dove finisce la "poesia" del golfo dei Poeti e dove iniziano le "nubi" che gravano sulla città dei morti di amianto. La prima al mondo. Lo dicono i registri del mesotelioma. Il tumore alla pleura. Incurabile. Provocato dalle fibre serial-killer. Trenta diagnosi l'anno. In percentuale: più di Genova, più di Gorizia, più di Taranto e Bari.

A ovest, l'Arsenale militare con la sue morti silenziose: 600 marinai stroncati dall'asbesto negli ultimi dieci anni (in un documento del Cocer presentato in commissione difesa alla Camera se ne stimano 250 - in tutta Italia - ma "il numero è da considerarsi in gran difetto", dice il capitano di fregata, Alessio Anselmi); 14 ammiragli per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio dalla procura di Padova; una gara d'appalto (valore 10 milioni, ma ancora langue) per smaltire le tonnellate di amianto residuo sulle navi della Marina.

A est, il porto. Una volta qui era tutta palude. L'incubo era solo annunciato. Poi si è materializzato. "La gente oggi vuole dimenticare per non soffrire oltre - dice Aldo Canessa, direttore dell'unità operativa di Pneumologia dell'ospedale di Sarzana - . Chi sa di avere lavorato direttamente con l'amianto, ha il terrore dentro. Che soffoca chiunque abbia un problema pleurico". Parte da qui, dal dolce ponente ligure, il viaggio alla scoperta di "quel che resta dell'amianto" nel nostro Paese. Di quanti danni ha fatto e farà. Perché il minerale più subdolo e pericoloso che si trovi in natura non ci ha affatto abbandonato.

Ne abbiamo fatto un uso così massiccio e indiscriminato - dal dopoguerra al '92, quando la legge ne ha vietato l'utilizzo, si stima ne siano state lavorate qualcosa come 3 milioni e 700 mila tonnellate, entrate nella composizione di oltre 3mila prodotti - che ancora ce lo ritroviamo "in casa". Se ne sta lì, silenzioso. Nei corpi di migliaia di ex lavoratori e lavoratori; nelle cartelle cliniche e sui certificati di morte; dentro e fuori edifici pubblici e privati. E poi industrie, navi, scuole, condomini.

Resiste nelle decine di cave - sparse tra Liguria e Emilia Romagna - da cui si estraggono ogni giorno (la legge lo permette) tonnellate di serpentino, un minerale che contiene amianto. Di cui l'Italia è ancora piena. Basti pensare alle sole coperture di eternit. Il Cnr ha calcolato che "resistono" 2,5 miliardi di metri quadri. Equivalgono a 32 tonnellate di cemento e amianto. Otto milioni di metri cubi. Beniamino Deidda come procuratore generale di Trieste ha avocato a sé le indagini sugli ultimi 42 morti di mesotelioma negli stabilimenti Fincantieri di Monfalcone: seppelliti in un cimitero che ne ospita già 900 (nel solo Friuli Venezia Giulia). Ha rinviato a giudizio venti dirigenti ormai in pensione. Ma era importante fare giustizia, dice: "I nuovi casi di tumore pleurico riguardano gente che ha avuto la prima esposizione nei primi anni '60. Quelli esposti negli anni '70 devono ancora "arrivare"...".

Come una bomba a tempo, l'amianto ha ucciso ed è programmato per uccidere. Stando alle stime degli pneumologi italiani, ogni anno 3mila persone vengono stroncate da patologie maligne correlate all'asbesto: 1.000 per mesotelioma, 1.500 per tumore polmonare, il resto per tumori in altre parti del corpo. Soprattutto alla faringe e alle vie aeree. "È una morte distillata nel tempo - dice Fulvio Aurora, di medicina democratica - Ti dà appuntamento in là, ma arriva sempre".

Bisogna tirare un filo che collega Nord e Sud per descrivere l'Italia che "affonda" ancora nel minerale meno caro e più resistente al fuoco. Da La Spezia a Taranto passando per Broni (Pavia). "Lì c'è una quantità enorme di amianto abbandonato senza alcuna precauzione - dice l'europarlamentare e medico del lavoro Vittorio Agnoletto - con rischi altissimi per la popolazione. Per completare la bonifica occorrono 25 miliardi di euro bonifica...".

Dietro i numeri ci sono storie di marinai, ferrovieri - tantissimi - , operai navali, tecnici, idraulici, elettricisti, edili. Mandati al macello per costruire o per viaggiare, per trasportare o per riparare. Come a Monfalcone. Come alla Eternit che vuol dire Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera, Bagnoli: 2.889 dipendenti "offesi" (quasi tutti con esito letale); prima udienza del maxi processo il 6 aprile. "L'Italia - spiega Alessandro Marinaccio, responsabile dell'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro - è uno dei paesi in cui il consumo di amianto, produzione e importazione, è stato uno dei più altri al mondo.

Ecco perché il bollettino di morte, da qui alla "boa" del 2015, è destinato ad aggravarsi". La latenza del mesotelioma va dai 25 ai 40 anni. In termini assoluti la maglia nera va alla Lombardia: 300 casi l'anno. Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi, chiede alla Regione "maggiori sostegni per i Comuni alle prese con discariche abusive di amianto e soldi insufficienti per bonificare tutti gli edifici pubblici". Alla faccia di chi ci abita.

Velodromo: ecco le prove dell' amianto killer
Il 24 luglio, alle ore17.50, 1800 cariche di tritolo hanno mandato in polvere il Velodromo dell' Eur, sprigionando una nube che ha invaso i palazzi circostanti per alcuni giorni. Ma gli artificieri, gli abitanti del quartiere, i vigili urbani del XII gruppo che presidiarono la zona, i bambini del nido di viale Egeo che in quei giorni andavano a scuola e in giardino per il campo estivo, non sapevano che stava per esplodere una bomba ecologica. Perché l' impianto costruito per le Olimpiadi del 1960 conteneva al momento dell' esplosione molto amianto: il materiale che può provocare il cancro ai polmoni, e non importa - ha sentenziato la Cassazione il 28 novembre 2008 - quanto se ne sia inalato o quanto è stata lunga l' esposizione alla polvere killer. La conferma dell' allarme lanciato ieri dall' accademico dei Lincei Annibale Mottana, viene dal carteggio intercorso tra la ditta incaricata dello smaltimento del rudere, la Eur spa (proprietaria dell' edificio) e la Asl RMC. è stato proprio chiedendo all' azienda sanitaria di accedere agli atti, che il consigliere del XII Municipio, Matilde Spataro, dei Verdi, si è vista consegnare la lettera datata 22 settembre 2008 nella quale la ditta rivela di aver trovato due tubi di «cemento-amianto» della lunghezza di 25 metri l' uno. è veleno puro, che viene portato via con tutte le cautele. E sono 2000 i litri smaltiti negli impianti autorizzati alla data 29 novembre 2009, come testimonia la lettera attraverso cui l' azienda incaricata produce una mappa con segnati i 7 punti dove è stato trovato l' amianto. Ma nella stessa informativa all' Asl i tecnici ammettono: c' è ancora da cercare nella parte orientale del rudere. «Sono andati avanti a tentoni, capite?», commenta Matilde Spadaro. «Ma quando facevano saltare in aria l' edificio avevano una relazione degli anni Sessanta? Sapevano cosa e dove è stato costruito con l' amianto?». L' amianto è il pericolo «che noi cittadini temevamo e per questo abbiamo fatto esposti il 13 e il 20 agosto, senza avere risposte, o quasi» spiega Manlio Pasqualini. è l' amianto che l' Eur spa (società per il 90% del ministero delle Finanze, per il restante del Comune) ha sempre detto di aver tolto prima che la dinamite distruggesse il capolavoro progettato da Cesare Ligini: «Al momento della demolizione, il Velodromo - si legge nel sito della società - era privo di ogni traccia di amianto. Due anni fa, infatti, la proprietà aveva proceduto ad eliminarne ogni traccia presente all' interno dell' impianto provvedendo ad un collaudo finale della bonifica effettuata». La società Eur «si riferisce alla bonifica, nel 2006, della centrale termica dell' impianto. Ma evidentemente di amianto ce ne era ancora. Un po' ovunque» spiega l' avvocato Giuseppe Dante, il cui studio, in viale del Ciclismo, si affaccia proprio sulla montagna di detriti che ogni giorno le ruspe (mercoledì ce ne erano quattro) portano via. Gli operai lavorano senza protezione. Ma l' amianto è stato tolto del tutto? Il 9 gennaio 2009 la ditta di smaltimento scrive alla Asl e all' Eur spa che «durante tali attività di bonifica sono state rinvenute alcune tubazioni in cemento-amianto murate all' interno della soletta del camminamento del tunnel con entrata lato via della Tecnica». Rimosso l' amianto, la bocca del tunnel è stata interrata. «Mi vengono i brividi - dice Cristina Lattanzi, del comitato Salute e ambiente Eur - se penso che quel tunnel portava agli spogliatoi demoliti nel 2006. Ma quelli, li avevano bonificati?».



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Crisi economica, crisi sociale, crisi legalità, crisi religiosa, crisi isterica, crisi etica, crisi biologica, crisi energetica, crisi crisi crisi


Succedono fatti strani. Sempre più strani.
Sempre più spesso il mondo fronteggia crisi, sconquassamenti, emergenze, crisi.
Sempre più di moda il termine crisi e i metodi studiati ad hoc per risolvere questi sconvolgimenti.
Da dieci anni a questa parte nella mia mente si affollano ricordi di drammi, crisi, situazioni d'emergenza.
Io non credo nelle crisi. Ogni crisi in cui rientra l'attività umana è una crisi programmata o evitabile.
Mi spiego.

La crisi economica attuale, così come quella del '29, sono eventi direttamente controllati dai gruppi di potere finanziario e non solo. Per un sistema economico come il nostro la stabilità è un veleno letale. Le oscillazioni, l'instabilità e le crisi significano solo margini più ampi di profitto.
Il paradosso del sistema si è registrato negli Stati Uniti, patria del capitalismo e del libero mercato, dove ora i debiti creati dai privati sono pagati dallo stato, ossia i cittadini. Io non sono del tutto convinto che il fallimento delle banche significherebbe la fine dell'umanità, come la stampa ha spesso fomentato.
L'economia è un prodotto umano e si basa su astrazioni concettuali, dubbie e lacunose. L'interesse principale dell'economia, come della politica è l'auto-referenzialità = auto-conservarsi.

La società italiana, ma in generale la società occidentale, vive una fase di estrema crisi. Crisi di una morale condivisa, crisi dell'idea di collettività, crisi della responsabilità personale, crisi dei sistemi statali apparentemente incapaci di arginare il crimine e le esigenze sociali dei cittadini.

Crisi dell'individuo. L'uomo si è letteralmente disintegrato. Ha perso anche l'illusione di una sua unità. Crisi matrimoniali, crisi esistenziali, crisi isteriche, crisi familiari, crisi sentimentali.

Crisi ecologica. La terra sembra arrivata improvvisamente al capolinea. Ora dopo decenni di sprechi inspiegabili ci troviamo a dover ripensare il futuro al risparmio. Crisi energetica, crisi alimentare, crisi sanitarie, crisi petrolifere, crisi idrogeologiche, crisi sismiche, crisi atmosferiche.

Crisi è il paradigma del nostro tempo.
Ma non sarà che scambiamo l'effetto per la causa?

Una vera crisi genera sempre una maggiore consapevolezza nel sistema (soggetto e mondo) che colpisce. Le nostre crisi non lasciano tracce evidenti di alcunché.

Sono sempre più convinto che la crisi sia diventato lo sfondo perfetto su cui far recitare tutti gli attori che decidono le sorti dell'umanità.

Non credo più nella inevitabilità delle crisi.

Io non voglio più riparare le crisi degli altri.
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Berlusconi e Vaticano: patto d'acciaio



Siamo alla resa dei conti. Oggi la politica italiana e i poteri forti del Paese si sono palesati con assoluta limpidità e trasparenza, smaccatamente legati e concordi su come gestire e imporre una direzione, senza dialogo a colpi di forza.
Silvio Berlusconi, assolutamente disinteressato delle questioni etiche, della vita altrui e di Eluana Englaro, strumentalizza per i suoi interessi la vicenda per almeno due ragioni strategiche:

1) l'attenzione mediatica sul caso Englaro sposta il fuoco dell'attenzione dalla riforma barbara della giustizia e ha consentito ieri a questi personaggi di decidere in poche ore a chi destinare i fondi dell'emergenza economica;

2) questa vicenda alimenta un dissidio tra le istituzioni, il capo del governo si scontra con il Presidente della Repubblica e cerca di delegittimarlo a colpi di demagogia populista.

Il vaticano in questa follia istituzionale strumentalizza la vicenda per il proprio interesse e difende la vita ossessivamente nelle sue forma primitive (embrioni) e finale (morte) e trascura grossolanamente tutta la vita intermedia, tacendo su questioni morali ben più essenziali dell'accanimento terapeutico o del testamento biologico.

La situazione della politica italiana rapidamente evolve verso direzioni inquietanti. Il primo ministro mente apertamente sapendo di mentire. La leegalità è diventata l'eccezione. La giustizia non è più garantita. L'istruzione è sempre più scadente e privata di fondi.
Ci stanno togliendo la speranza per il futuro e ci rendono sempre più dipendenti
da idee di potenza e rigore.

A Questo punto l'attenzione deve essere massima.
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5 febbraio 2009

La Gurfata: raccolta firme per salvarla


abbiamo già parlato della cooperativa Mistya-La Gurfata (potete leggerne qui) e lo rifacciamo ancora una volta, chiedendovi di leggere la petizione pubblicata su questo sito e, se lo ritenete opportuno, di firmarla.
il lavoro della Gurfata nella locride è fondamentale (per le attività formative e ricreative e per l'assoluta importanza del ruolo sociale che ricopre). proviamo a soffiare anche noi nella loro direzione. 



 

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4 febbraio 2009

Le intercettazioni telefoniche. Passaparola dal fronte

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Eluana Englaro può morire?


salutiamo Eluana Englaro, suo padre e sua madre, e diciamo loro grazie per la splendida lezione di dignità e legalità che ci hanno regalato, sopportando quello che hanno sopportato.

salutiamo Eluana Englaro e le diciamo che siamo felici perché la sua volontà è stata finalmente rispettata e perché possa andare ora, libera, via da qui.

salutiamo Eluana Englaro e diciamo a tutti quelli che urlano di imparare da suo padre, di imparare il silenzio e il rispetto degli altri e delle regole, di imparare il significato delle parole "sofferenza", "eutanasia", "omicidio".

salutiamo Eluana Englaro e diciamo alla suora che ieri dominava i tg che "spettatori impotenti davanti alla morte" lo siamo stati fino ad ora, per diciassette anni. 

salutiamo Eluana Englaro e diciamo allo Stato che è ora di legiferare su questi temi, perché dopo 2009 anni da Cristo non sono più sopportabili le interferenze della chiesa.

salutiamo Eluana Englaro e le diciamo con affetto ciao.

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1 febbraio 2009

Little Miss Sunshine. Risate e balli dal Fronte



Un film dissacrante e a tratti molto divertente.
Una scena del film, tra le più spassose.

Buon ballo! Segue...